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Noi siamo il Mondo

Noi siamo il Mondo di Sw Atmaswarupananda

 

            Gli esseri umani nel mondo esterno presentano molte differenze, ma se c’è una cosa che abbiamo in comune, è la basilare, fondamentale convinzione che noi siamo separati dal resto del mondo. Il compito che le scritture e i grandi maestri si sono prefissi è quello di intraprendere il faticoso lavoro di cercare di convincerci del contrario – di condurci lungo un sentiero dove verremo a conoscere, non intellettualmente, nemmeno emotivamente, ma nella profondità del nostro essere che non è così, che noi non siamo separati, che tutto è uno.
           Uno dei grandi maestri spirituali del XX° secolo, J. Kishnamurthi. Aveva il suo modo personale di esprimere questa verità. Uno era questo breve aforisma: “Voi siete il mondo”. Nel suo senso più alto, solo qualcuno come Krishnamurthi od altri grandi, possono comprendere il reale significato di questa frase.

In un senso un po’ più basso, possiamo apprezzare che siamo il mondo in quanto noi e il mondo siamo fatti degli stessi cinque elementi. Ma come ricercatori, quello in cui siamo interessati è la nostra mente, che essa è sia la causa della nostra schiavitù che la causa della nostra liberazione. Riguardo alla nostra mente, siamo noi il mondo?


            C’è stato un grande psichiatra americano il cui nome è Eric Fromme che ha dato un importante contributo per chiarire questo aspetto. Forse una parte di quello che lo ha reso grande è stato il fatto che, essendo un ebreo tedesco, passò un certo numero di anni in un campo di concentramento nazista dove ha potuto vedere gli estremi della natura umana. Successivamente ha fatto una importante affermazione. Egli ha detto:” Una persona sottoposta ad un trattamento psichiatrico, sotto una guida adatta, scoprirà dentro se stesso le profondità della depravazione e le altezze della santità.” In altre parole, dentro di noi, almeno potenzialmente, c’è la misura colma di lussuria, cupidigia, odio, ira e gelosia. Ma ugualmente in noi, almeno potenzialmente, ci sono tutte le divine virtù per cui Gurudev ci ha chiesto di manifestare.
        Questo ci indica qualcosa di molto importante e qualcosa a cui pochi di noi sono preparati. A meno che non vediamo, ammettiamo e confessiamo queste profondità di depravazione, sembra come se sia psicologicamente impossibile per noi scoprire le qualità virtuose che sono ugualmente dentro di noi. In altre parole, poiché ci attacchiamo alla nostra individualità, alla nostra separazione, ad una limitata immagine di noi stessi, noi non vediamo il potenziale dell’intero mondo dentro di noi, il buono come anche il cattivo. Abbiamo una visione troppo ristretta di chi e di cosa siamo. Allora come può la nostra coscienza espandersi fino all’infinito se ci rifiutiamo di lasciarla espandere?
        Ma prima che si possa espandere fino al paradiso, noi dobbiamo vedere anche l’inferno che è dentro di noi. Swamiji ci ha detto che dobbiamo essere consapevoli sia di
avida maya – che ci porta lontano dalla realtà divina, che di vidya maya- che ci conduce verso il divino. Diventa poi una nostra scelta se seguire avida maya o vidya maya. Ma prima di essere liberi di scegliere dobbiamo vedere quello che c’è dentro.

Noi siamo un microcosmo del mondo intero. Noi siamo il mondo.

Questo include paradiso e inferno, e Quello che è oltre ambedue! 

  BUONA PRATICA

 HARE OM

 

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