fbpx

L’ importanza della Volontà nella pratica yoga

L’ importanza della Volontà di Sw Atmaswarupananda

            Le parole Servi, Ama, Medita, Realizza, che sono l’emblema della Divine Life Society, rappresentano quattro principi yoga; ma essi certamente non esauriscono la lista degli yoga più importanti. Uno yoga è una qualsiasi pratica che ci porta sempre più vicino a Divino, che ci connette con il Divino.
            Se noi li analizziamo, scopriamo che alla base essi si riducono o allo yoga del cuore o allo yoga della testa. Fondamentalmente noi siamo emozioni e pensieri, e i nostri yoga tendono ad andare su una linea o sull’altra – o forse su una combinazione delle due. Tuttavia, è comunque possibile ottenere intuizione dopo intuizione diventare molto abili nella tecnica delle pratiche, sull’energia che questa risveglia e sperimentare il senso di unione con il creato che riempie di piacere i nostri cuori, ma talvolta questa conoscenza o questa esperienza non si trasferisce nella nostra vita quotidiana. Non si trasferisce nella nostra vita rivolta all’esterno dove le nostre vecchie particolarità ed egoismi possono essere evidenti, né si radicano nella nostra vita interiore che può essere ancora piena di desideri e di paure.
            Come è possibile questo? Come accade che noi possiamo comprendere che tutto questo è Divino e che io sono Quello e tuttavia essere la stessa persona che siamo sempre stati nella nostra vita quotidiana?

E’ perché non abbiamo riconosciuto il terzo principale fattore: che siamo degli esseri umani. Come esseri umani noi abbiamo non solo pensieri e sentimenti ma anche volontà. E il grande filosofo tedesco E. Kant ha sottolineato come la volontà sia un fattore predominante nell’equilibrio dell’esere umano.
            Un moderno insegnante spirituale dice: “ Non mi importa quello che voi pensate o sentite; mi importa quello che fate.” Un modo per interpretare questa affermazione è: “ Non mi importa se voi siete confusi, o non a vostro agio, quello che conta è quello che fate.” Ma c’è un altro modo per guardare a questo, ed è : “ Non mi importa quanto nobili possano essere i vostri pensieri in meditazione, non mi importa quanto sublimi sentimenti possiate avere in meditazione o nelle vostre pratiche yoga, mi importa quello che fate nella vita quotidiana:Come trattate i vostri desideri? Come affrontate le vostre paure? Come trattate i vostri naturali egoismi? “
            E’ qui dove la volontà entra in gioco. Noi siamo invitati a trasferire i nostri sublimi pensieri e sentimenti nella nostra vita giornaliera. Parlando dei Maestri realizzati o santi, Swami Chidananda ha detto che anche il poco che essi conoscevano, lo esprimevano nella loro vita quotidiana. In altre parole, è quello che hanno fatto che conta. Noi possiamo utilizzare la nostra intera vita imparando sempre di più sullo yoga e sul Divino, investigando l’ego, possiamo dedicare la nostra intera vita alla sadhana ma, se non trasferiamo tutto questo nella nostra vita quotidiana, allora noi non vogliamo affatto cambiare. Non vogliamo, nei fatti, essere più vicini all’assoluto.
            Quindi, quel poco di spiritualità che conosciamo, dobbiamo applicarlo nella nostra vita di tutti i giorni. Se soltanto l’assoluto è, se ci stiamo abbandonando a Lui, allora perché non offriamo le nostre paure e i nostri desideri a Lui? Perché non li abbandoniamo nelle Sue mani? Perché non abbandoniamo ogni futile desiderio come la spasmodica ricerca di ricchezza, di potere e della vana fama, offrendo il nostro ego al maestro o insegnante e rimanendo in pace? Questo è quello che Gurudev Swami Sivanada voleva dirci, ma per riuscire a far questo noi dobbiamo usare non solo il nostro cuore e la nostra testa, ma dobbiamo mettere la volontà alla base di tutto questo.


BUONA PRATICA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto