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ASCOLTA IL SILENZIO

Di  Sw.   Atmaswarupananda

 Tutti i percorsi YOGA  sono differenti nella forma esterna. Ma Pujya Swami Chidanandaji ha sempre sottolineato il fatto che  non importa da quale tradizione proveniamo, noi diventiamo Uno quando sediamo in meditazione. In meditazione  lo yogi, qualunque sia la sua tradizione o la tecnica utilizzata, è impegnato cercando di realizzare l’unità con il Divino; sta cercando di andare al di là della mente. Tutte le forme esteriori, mentre possono essere un aiuto per raggiungere questo punto, al di là di esso devono decadere.
         Il problema, piuttosto comune, che molti yogi trovano in meditazione è il chiacchiericcio della mente. Per realizzare quello che siamo, ci è stato detto che la mente deve essere ferma e silenziosa e ci sono stati indicati diversi modi per cercare di portare a termine questo compito. Concentratevi sulle divine qualità della vostra Divinità prescelta. Ripetete il nome  Divino. Concentratevi su un singolo punto, ecc. Ma molti praticanti si lamentano: “Qualunque tecnica scelgo di praticare, la mente è incontrollabile”. Questo è quello che Arjuna disse al Signore Krishna quando il Signore gli chiese di sedersi in meditazione. “E’ più facile controllare il vento che controllare la mente,” disse Arjuna.
         Il Signore Krishna rispose: “ senza dubbio è molto difficile, ma può essere fatto attraverso il distacco e la pratica costante”.

 Questo significa che se vogliamo controllare la mente, se vogliamo che sia in quiete, ci dovrà essere un cambiamento fondamentale dentro di noi. Ciò suggerisce che, invece di lottare contro la mente,  dovremmo esercitare distacco da essa.
         Dovremmo realizzarte che la mente non è il dio, non è il re che abbiamo creduto essere. Infatti, anche quando pensiamo di essere molto saggi, la mente è sempre  rumorosa, ondeggiante, in modo particolare durante la meditazione. La mente non è un problema solo in meditazione, il problema è costante durante la vita quotidiana. Talvolta è sotto controllo perché abbiamo uno specifico bisogno di risolvere un problema e quindi siamo concentrati, ma la sua fondamentale natura irrequieta la scopriamo quando cerchiamo di meditare.
         Quando questo è riconosciuto, iniziamo ad avere distacco dalla mente e diventiamo desiderosi ed ansiosi di trovare un altro terreno per collocare il nostro essere. Ma qual’è quest’altro terreno?  E’ una dimensione che non può essere descritta. Pujya Swami Chidananda lo chiama il Meraviglioso Silenzio. E’ un silenzio che c’è sempre, che giace sotto i nostri pensieri. E’ proprio questo che dobbiamo scoprire, in cui dobbiamo rimanere nella meditazione. E’ proprio questo che dobbiamo praticare.
         Un modo per avvicinarci a questa dimensione, è ascoltare il silenzio. Durante la vita quotidiana siamo sempre coinvolti dal chiacchiericcio della mente. Invece, durante la meditazione, ascoltiamo il silenzio che è sempre al di sotto del chiacchiericcio. Quando siamo consapevoli, quando ascoltiamo il silenzio, non ascoltiamo con le orecchie o con la testa, ma con tutto il nostro essere. E’ una dimensione differente di noi stessi che dobbiamo scoprire durante la meditazione e viverla durante la nostra vita quotidiana.

Il processo della meditazione in se stesso è semplice, ma la preparazione che porta ad essa è complessa.  La mente normalmente  è in uno stato grossolano. Una mente grossolana non può fermare i pensieri; solo una mente sottile e pura si può concentrare. Una mente impura è grossolana. La materia della mente, che nella terminologia yoga è chiamata   “CHITTA”, è grossolana quando la natura dell’individuo non è totalmente purificata.

Questo significa che ci sono delle macchie nella natura umana e che queste macchie devono essere eliminate. Queste macchie – le impurità della natura umana – possono essere ; asprezza – invidia- cupidigia- odio- passione- arroganza- superbia, tutte queste macchie rendono la natura umana estremamente grossolana, grezza e sgradevolmente irrequieta oltre che instabile. Per ciò  devono essere eliminate, in questo consiste il lavoro di base, il  faticoso lavoro preparatorio, così come ci ha  insegnato il Mahatma Gandhi:”Per avere successo nella meditazione la mente deve essere pura, per essere pura dobbiamo crescere in bontà e virtù, eliminando odio e asprezza dalla propria  natura”.

Mantieni i tuoi pensieri positivi
Perché’ i tuoi pensieri diventano parole
Mantieni le tue parole positive
Perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti
Mantieni i tuoi comportamenti positivi
Perché’ i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini
Mantieni le tue abitudini positive
Perché le tue abitudini diventano i tuoi valori
Mantieni i tuoi valori positivi
Perché i tuoi valori diventano il tuo destino.

Mahatma Gandhi

Buona Pratica

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