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NULLA SUCCEDE PER CASO

NULLA   ACCADE PER CASO

Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi, in cui sembra che nulla funzioni come dovrebbe. Problemi di lavoro, discussioni con le persone che amiamo, piccoli e grandi inconvenienti che arrivano inattesi e vanno a scalfire la nostra serenità. Ed il pensiero si fa cupo, pessimista su ogni cosa. Inevitabile supporre che la sfortuna si sia accanita contro una “vittima innocente”. Ma la realtà, I Maestri ce lo insegnano, è un’altra. Nulla capita per caso e siccome ogni evento avviene per il nostro bene, la mente illuminata riflette sul perchè una situazione specifica si sia verificata e cerca di trarne vantaggio, sfruttandone la lezione e spiccando un salto importante verso il cammino della crescita personale. Non è sempre facile, questo è ovvio, ma una volta imparata la tecnica del “ lascio che gli eventi si compiano e mi affido con fiducia al volere del cielo”, ogni situazione diventerà più leggera da sopportare e chiara nella sua manifestazione, anche quella apparentemente più dura. Lasciarsi andare e assecondare talvolta gli eventi che, nonostante si faccia di tutto per evitarli, accadono ugualmente, rende tutto più semplice poiché per quanto la nostra volontà possa essere forte e determinata, ciò che deve avvenire si verifica comunque, in un modo o nell’altro. Spesso tali avvenimenti, si presentano anche per far capire che la strada che si sta percorrendo non è la migliore, bloccando canali e mettendo ostacoli di fronte agli obbiettivi posti.

Un fondamentale insegnamento che ci viene dai maestri realizzati è praticare l’abbandono ” Iswara pranidhana”. Vivendo la vita quotidiana ci rendiamo conto che la vita non è affatto sicura, ogni cosa può accadere in qualsiasi momento. Se pensiamo alla nostra salute che non è sicura, la nostra situazione finanziaria non è sicura, e reagiamo in modo positivo, allora esercitiamo il nostro corpo, stiamo attenti con la nostra dieta, lavoriamo duramente per guadagnare adeguatamente e, senza dubbio, troviamo un qualche rapporto con il Divino che ci dia un qualche senso di protezione e di sicurezza. Tutte queste attività sono intraprese perché riconosciamo o sentiamo istintivamente l’insicurezza della vita. Tuttavia non importa quanto cerchiamo di controllare il nostro futuro, non importa quanto facciamo da un punto di vista positivo o negativo, nonostante questo abbiamo la sensazione che la vita in fondo non è sicura. Più cerchiamo di controllare il futuro, meno sicuri ci sentiamo. Se riflettiamo sinceramente, dobbiamo riconoscere che più cerchiamo di controllare la vita, la nostra insicurezza cresce piuttosto che diminuire.

Questa situazione ci dimostra che stiamo percorrendo la strada sbagliata. Forse dovremmo lasciare andare le cose, abbandonarci invece di cercare di controllarle, praticare Iswara Pranidhana “l’abbandono” appunto. Se abbiamo successo in questo, se l’abbandono ci porta dove là è il nostro interesse, dove sono le nostre paure, allora scopriamo che quanto più lasciamo il controllo della nostra vita ad un più elevato potere, tanto più ci sentiamo integrati e sicuri nella nostra vita. Questo farà sì che le cose intorno a noi si svolgeranno in maniera più armoniosa, senza asprezze e con maggior vantaggio per tutti, noi compresi. Questo naturalmente non è qualcosa che possiamo ottenere in una notte. Ma se ci sentiamo turbati, se non abbiamo alcun controllo sulle nostre vite, se ci sentiamo frustrati, allora forse non ci stiamo lasciando andare pienamente. Forse il nostro abbandono al corso della vita non è abbastanza profondo.

La base per comprendere tutto questo è certamente la serenità interiore e uno spirito maturo, magari forgiato da rilassanti asana e rilassanti meditazioni. Lo yoga ci aiuta anche in questo: ci prepara fisicamente e psicologicamente ad affrontare non solo la vita di tutti i giorni, ma anche il duro confronto con la nostra parte più superficiale, quella legata alla sfera materiale e per questo alla ricerca di una felicità che, anche se raggiunta, risulta essere poi solo momentanea e poco intensa. Un confronto che potenzialmente ciascuno di noi può vincere e il cui premio è la scoperta di un mondo fatto di comunione con il proprio sé e di pace duratura.

Arjun

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