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YOGA E Determinazione

YOGA 
E  Determinazione

Patanjali  una delle autorita’ nel campo dello yoga, indica così lo yoga: ” Lo yoga si realizza quando la mente si è acquietata dai suoi turbinii”. questa definizione ci illustra sia il fine dello yoga, sia il mezzo attraverso cui raggiungere tale fine.

Lo stato della mente sereno , in pace e senza confusione è definito stato yogico, coltivare uno stato mentale di questo tipo è la pratica yoga.

Alla luce di questa premessa, voglio portare alla vostra attenzione ciò che da molti anni  di insegnamento riscontriamo avvenire regolarmente, alla maggior parte degli allievi, in prossimità di feste e vacanze. Ossia si interrompe la pratica dello yoga, come a dire ; è festa, mi riposo dalle fatiche quotidiane, e in ciò nulla di male, anzi è bene, ma considerare la pratica yoga come un “lavoro” settimanale, quindi un faticoso dovere da sopportare, è un atteggiamento sciocco, che ci svia da una grande opportunità. Il nostro benessere non  deve, non può, andare in vacanza, pena la sofferenza che ne deriva.

E’ pur vero che lo yoga ci permette di recuperare lo stato di salute, alcuni raggiunto un sollievo da un problema fisico che li ha spinti allo yoga perdono interesse.Ma come abbiamo detto nella premessa, lo yoga si sviluppa, si vive, quando pratichiamo in uno stato di benessere con una mente serena, positiva in pace con sè stessi e con il mondo. 
A questo proposito riporto quello che dice il nostro amato Swamiji Chidananda:

TENTAZIONI

Che la tentazione sia parte della vita spirituale è stato dichiarato molto tempo fa da Yamadharmaraja( il Signore del dharma e della Morte) al giovane Nachiketas nella Kathopanishad. Le attrazioni cercano sempre di distogliere la nostra attenzione, ci allontanano sempre dal sentiero e ci fanno dimenticare l’obbiettivo. Quindi devi essere vigile e all’erta. Devi irrobustirti per resistere alle lusinghe delle attrazioni di questo mondo di apparenze in cui sei obbligato a vivere e attraverso il quale devi muoverti verso l’Obbiettivo Supremo.

Tu devi esercitare la tua discriminazione. Sii intelligente e saggio, non essere puerile. Nell’ascesa dello spirito verso la perfezione totale e la liberazione, ogni passo e assalito da tentazioni e attrazioni per farti perdere il sentiero più facile, il piacevole sentiero che porta verso l’oscurità e la schiavitù. Devi mostrare maturità, con risolutezza, scegliere il sentiero che porta al tuo bene più alto, al tuo supremo benessere.

Quindi la chiamata è per la saggezza, L’appello è per essere saggio, per essere il migliore amico di te stesso, il tuo benefattore. non danneggiare te stesso, non andare in cerca di dolore. Non andare dietro all’oscurità e alla schiavitù, quando sei sul sentiero che porta alla luce, alla realtà, all’immortalità, alla liberazione suprema. Quindi alzati, svegliati e finché non raggiungi il Supremo Obbiettivo, sii consapevole e attento a questi ostacoli sulla via.

Molti problemi per il ricercatore sono dovuti a negligenza piuttosto che ad ostinazione, ad errori piuttosto che a peccati, a debolezza piuttosto che a cattiveria, a stupidità piuttosto che che a licenziosità, come anche ad una certa mancanza di vigilanza ad alla trascuratezza a mantenere un certo livello minimo di tono spirituale nel proprio modo di pensare, di sentire e vivere. Quindi è necessario  mantenersi stimolati ad una certa condizione di tensione interiore. Tensione in un positivo e desiderabile senso del termine, non in senso negativo. Questa essenziale tensione è chiamata tapasya, è chiamata determinazione e risolutezza.
Quindi andare avanti procedendo oltre, verso lo stato yogico, verso la perfezione e la liberazione, avendo sempre fiducia nel creatore, dipendendo da Lui. Ma, ciononostante, sforzandosi con tutto il cuore, con determinazione, con risolutezza e con profondo interesse. 

  

                                                                                   HARE OM

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