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Dall’ Asana al Pranayama

ASANA E PRANAYAMA di Sw Chidananda
 
            L’intera scienza dello Yoga ha lo scopo di preparare il praticante per la meditazione – fisicamente, energeticamente e mentalmente. Nello Yoga di Patanjali asana significa posizione di meditazione. La posizione per la meditazione dovrebbe essere tale che il corpo risulti stabile e immobile ed inoltre non dovrebbe generare nessun disturbo al corpo. Lo scopo centrale dell’asana è quello di raggiungere il massimo di assenza di movimento per la massima durata possibile. In questo modo rajas e tamas sono controllati. Se la qualità rajasica non è controllata, accade che la mente si dirige all’esterno.
            Tutte le cose dell’universo sono i prodotti delle tre qualità – sattva, rajas e tamas. Questi sono tre differenti tipi di vibrazione. La vibrazione più grossolana tende ad essere tamasica, la più sottile tende alla rajasica e quella ancora più sottile tende ad essere sattvica. Per portare ad uno stato di perfetta vibrazione sattvica, l’asana cerca di disciplinare il corpo in modo che questo sia assolutamente immobile senza il minimo movimento o disturbo, perché qualsiasi disturbo o movimento del corpo ha la sua naturale reazione sulla mente. Corpo e mente sono interdipendenti. Se riuscite a portare ad un’assoluta immobilità il corpo, prana e mente tendono anch’essi a diventare stabili.
            Quattro sono le asana più importanti, per questo scopo: Padmasana, Siddhasana, Swastikasana e Sukhasana. Voi dovete trovare tra queste quale asana è più adatta per voi. Ci sono anche altre otto asana che portano a condizioni di rilassamento e possono essere praticate per lungo tempo.
            Quando voi siete capaci di sedere ininterrottamente per tre ore in una asana, ciò rende il corpo completamente sattvico. In quello stato sattva prevale in ogni cellula del vostro corpo. E’ una specie di austerità; c’è sempre uno stimolo al movimento nel corpo e con l’asana cercate di resistere a quello stimolo e ciò porta ad un auto-controllo. Un altro effetto dell’asana è che essa conserva l’energia. Il segreto di rendere il corpo stabile è quello di portare la mente lontana dal corpo cosicché la sua connessione con il corpo diventi sempre più sottile.
            Nel mondo occidentale, il corpo e la mente sono direttamente connessi. E qui per mente si intende solo la mente inferiore – mente come pensiero, emozione e immaginazione. La mente reagisce sul corpo e in senso contrario le condizioni del corpo influenzano gli stati mentali. Mentre, secondo lo Yoga, il corpo è indirettamente connesso con la mente, mentre il fattore interno che porta a questa connessione tra il corpo e la mente è il prana. Se il corpo è mantenuto perfettamente fermo e stabile, gradualmente il prana è portato in uno stato di armonia e stabilità. Quando il prana si è così stabilito, anche la mente è condotta  in uno stato di stabilità e armonia.
            Il prana è differente dal respiro. Il respiro è la grossolana rappresentazione della sottile forza vitale dentro il corpo. Con il controllo di quella forza che mette in moto la mente, la mente cessa  il suo movimento. E’ il prana che fa muovere la mente; se il prana è fermato, la mente non può muoversi e si crea uno stato di stabilità (manonasa). Il respiro è la conseguenza del movimento del prana. Al processo di regolazione del respiro viene dato il nome di Pranayama, perché questo è il modo per conquistare, alla fine, il controllo sulla sottile forza vitale che è presente all’interno sotto forma di  prana.
            I benefici del Pranayama sono vari. Esso fornisce una certa forza al corpo così che  il corpo è in grado di sopportare la fatica. Una sostenuta e fruttuosa pratica del Pranayama è in grado di aumentare l’energia del corpo. Si diventa più energici mentalmente e fisicamente.
            Il Pranayama è un grande distruttore di tamas e di rajas, ed è un positivo aiuto nell’aumentare sattva dentro il  corpo e la mente dello yogi. Con il Pranayama tutti gli organi interni vengono purificati. Lo scopo è portare il sattva-guna alla sua massima espressione e manifestazione. Ma c’è sempre un velo di impurità che non permette a sattva di manifestarsi completamente. Il Pranayama rimuove anche il velo di impurità e permette a sattva di manifestarsi completamente. Questo è lo scopo principale del Pranayama. Lo yogi deve fermare dolcemente la mente, purificarla e tramite la sua purificazione rimuovere il velo che impedisce a sattva di manifestarsi completamente. Quando sattva sopravviene, anche buone idee si presentano; tutto diventa sottile. La mente è stabile; quindi si raggiunge una buona condizione favorevole per la pratica della concentrazione, quindi l’oggetto della meditazione diventa vitale e chiaro in tale stato si può continuare con  Dharana.

Om Shanti

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