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Mantra: strumento di meditazione

 

IL MANTRA  STRUMENTO DI MEDITAZIONE

Al fine di condurre un’esistenza pienamente realizzata, è fondamentale cercare di capirne i diversi aspetti. Ogni essere umano vive su due piani di esistenza: uno esterno e uno interno. L’influenza del mondo esterno sul comportamento dell’individuo e sulla sua sopravvivenza è di grande rilevanza. Se lo scopo dell’individuo è raggiungere una certa felicità ed eliminare le sofferenze, per quanto uno s’impegni a modificare il mondo esterno, accadrà sempre qualcosa che, comunque, porterà dolore, peggiorando la situazione già esistente. La ricerca della felicità in questa direzione, è pura illusione.

Spesso si dimentica che è proprio nel “mondo interno” la fonte di gioia e di felicità, quando una persona, tramite l’abbandono dell’ego, entra in contatto con questa fonte, allora, i piaceri ed il fascino del mondo esterno diventano insignificanti. Il “mondo interno” è un mondo spirituale che, solitamente, rimane sconosciuto all’individuo, non avendo gli strumenti per raggiungerlo.

Sebbene l’abbandono completo di se stessi sia difficile (il maggiore ostacolo è proprio l’ego) il Mantrayoga aiuta a raggiungere la dissoluzione dell’ego, sostenendo in tal modo l’individuo a raggiungere lo stato di beatitudine massima.

I Mantra, servono a questo scopoIl significato letterale di Mantra” è: ciò che protegge e dà la vita (trana), attraverso la contemplazione (manana) di esso. Manana, cioè la contemplazione, è in relazione con la facoltà mentale; i pensieri iniziano dalla mente, quindi, l’aspetto contemplativo del mantra è in relazione con i processi intellettivi della mente.

La maggior parte dei Mantra, soprattutto quelli presenti nei “Veda“, sono considerati essere “Parola dell’Assoluto” percepita dai saggi e dai veggenti (Rishi) durante le loro contemplazioni e meditazioni (Tapas).
Mantra sono vibrazioni sottili di milioni di creature che hanno pianto le loro sofferenze nel corso dei secoli.  Allo stesso tempo, i Mantra sono le risposte a quei pianti.

La mente è paragonata all’aria o al mercurio perché è in continuo movimento e la sua instabilità e conflittualità sono l’ostacolo più grande nel cammino interiore. Il Mantra viene prescritto quale mezzo per rendere la mente stabile.

I “Mantra” possono essere ripetuti in tre modi:

  1. Vaikhari Japa,la recitazione a voce alta
  2. Upamashu Japa,la recitazione bisbigliata
  3. Manas Japa,la recitazione mentale

La recitazione più efficace e potente delle tre è Manas Japa che, essendo una pratica mentale, dovrebbe essere praticata in solitudine, in un luogo tranquillo, evitando i disturbi esterni.

Si dovrebbe ripetere il mantra quotidianamente:

  • per un certo numero di volte,
  • per un certo periodo,
  • nello stesso luogo, 
  • nella stessa ora, 
  • in modo rilassato

Il mantra praticato a livello personale, per il proprio cammino spirituale; la stabilità della mente è fondamentale per progredire nel cammino. Quando il Japa (ripetizione continua di un mantra) è eseguito in contemplazione sul significato del mantra, diventa naturale per la mente rimanere su un punto e, gradualmente, la sua tendenza all’instabilità verrà ridotta.

I Mantra sono divisi in tre categorie:

  1. Mantra Vedici
  2. Mantra Tantrici
  3. Mantra Puranici

 

MANTRA VEDICI

I mantra menzionati nei Veda sono usati durante i vari tipi di sacrifici e adorazioni e la loro recitazione deve essere appresa nel modo corretto, sotto guida esperta, perciò esistevano persone specializzate nell’utilizzo e nella recitazione di  questi mantra.

I Più conosciuti Mantra Vedici sono:

  • Savitru o Gayatri Mantra
  • Tryambaka o Mrutyunjaya Mantra
  • Swasti Mantra

 

L’Ayurveda menziona l’uso dei mantra nella cura di alcuni disordini mentali, nelle malattie infantili. Patanjali, invece, parla del mantra come pratica per raggiungere il Samadhi

MANTRA TANTRICI

Mantra Tantrici sono diversi dai Mantra Vedici e sono soprattutto singole consonanti nasalizzate, suoni che non hanno alcun significato e che, tuttavia, possono essere molto efficaci, se utilizzati in modo corretto.

Anche per i Mantra Tantrici è necessaria la guida di un maestro esperto.

Tra i Mantra Tantrici:

  • Un mantra per invocare la Shakti: “Aim Rhrim Klim Chamundayai Vicche”
  • “Aam,  Rhraum, Yam, Ram, Lam, Vam, Ham ecc…”

 

MANTRA PURANICI

Questi mantra si trovano nella letteratura spirituale scritta per la gente comune chiamata Puranain questo caso non ci sono restrizioni di sorta e i Mantra Puranici possono essere usati da chiunque, ovunque in qualsiasi momento. Non sono complicati quanto i mantra Vedici Tantrici.

Attraverso la ripetizione dei Mantra Puranici è possibile, realizzare le proprie aspirazioni:

Aiutano l’essere umano ad avere maggiore resistenza, vita, volontà ed energia per affrontare le difficoltà e le sofferenze quotidiane;

  • Solitamente, sono utilizzati per ottenere benefici sul piano materiale (casa, ricchezza, salute, matrimonio, figli e libertà dai propri nemici);
  • Sono utilizzati anche per ottenere benefici sul piano spirituale; per esempio, per liberarsi dalla paura della morte;
  • Sono utilizzati anche per la realizzazione dello Stato Assoluto di Coscienzao Paramatma.

Tra i Mantra Puranici:

  • – Om Namaha Shivaya 
  • – Om Namo Bhagavate Vasudevaya
  •  – Hare Rama, Hare Rama // Rama, Rama, Hare, Hare// Hare Krishna, Hare Krishna, //Krishna, Krishna, Hare ,Hare.

IL MANTRA PUÒ ESSERE RIPETUTO IN VARI MODI

  1. Ripetizione ad alta voce (come, per esempio, la recitazione della “OM ) che può essere sentita anche da persone a distanza; in India, questo è il modo tradizionale per iniziare un incontro yoga.
  2. Ripetizione udibile solo da chi pratica; richiede la motilità muscolare senza emissione di suono
  3. Ripetizione mentale, senza nessuno sforzo vocale

Il nostro sistema viene continuamente stimolato attraverso il suonocomunichiamo verbalmente tra di noi e utilizziamo anche forme di comunicazione interiore con un continuo ragionare e pensare riguardo ai vari problemi.

  1. Perché chiamiamo Mantra questo modo di esprimerci?
  2. Perché non lo chiamiamo “Dialogo” o “Parlare”?

I Mantra sono qualcosa di diverso dalla preghiera e dalla canzone. Noi siamo condizionati e dipendenti dal continuo parlare o ascoltare; molto spesso ci “droghiamo” con i suoni riguardanti la vita di tutti i giorni. Senza cambiare abitudini cercate di cambiare “la natura del suono” e, proprio per questo motivo è necessaria una iniziazione” per la pratica del Mantra. Si tratta di un aspetto particolare della tradizione yogica; prendiamo atto del nostro comportamento abituale e chi ci inizia alla recitazione del mantra, non vuole che cambiamo le nostre abitudini.

Ci viene chiesto: “cambia soltanto il tipo di suono che ascolti”

I MANTRA POSSONO ESSERE DI DIVERSE CATEGORIE 

Tutti noi abbiamo il nostro mantra che recitiamo e pratichiamo continuamente, senza rendercene conto: 

  • Il mantra dell’uomo d’affari potrebbe essere “Soldi, soldi, soldi…”
  • Il mantra del conferenziere potrebbe essere quello di influenzare la gente e trasferire il suo sapere.
  • L’intonazione crea una situazione interiore, uno stato; anche i bambini, quando cantiamo per loro le ninne nanne, non capiscono cosa cantiamo, però seguono e si lasciano cullare dal ritmo.
  • Recitare soltanto, senza il contenuto, però, non serve molto.

A seconda delle lettere che compongono il mantra che ripetiamo, avremo un effetto diverso sul corpo.

 

UNA MEDITAZIONE PRATICA……MANTRA “OM”

Quando cominciamo una pratica di recitazione del mantra, è importante renderci conto che siamo seduti; non datelo per scontato ma cercate di sperimentare il vostro “essere seduti”; ciò significa che cominciate con l’esperienza del vostro corpo e questo vi porta verso la consapevolezza che la situazione si sta facendo tranquilla e stabile. Nel nostro stare seduti, non dovrebbe esserci nessuna fatica e, per mantenere la posizione, non dovrebbe esserci nessuna azione volontaria.

Seduti a gambe incrociate:

  • Cerchiamo di prendere coscienza dei punti attraverso i quali appoggiamo sul pavimento.
  • Provate anche a capire se il peso del corpo è ben distribuito sui vari punti di appoggio 
  • Il punto di appoggio sono gli ischi: Cercate di rendere il più possibile uniforme l’appoggio
  • La ricerca dei punti d’appoggio ci porta nella zona più bassa del nostro corpo e, una volta preso contatto con questa parte.
  • La distribuzione del peso diventa sempre più uniforme, favorita da impercettibili movimenti della colonna vertebrale.

Questo rappresenta il punto  di partenza per la “pratica del mantra” e per la “meditazione”.

  • L’attenzione si rivolge al respiro, ne prendiamo coscienza … inspiro ed espiro continuano in modo molto spontaneo…
  • Sperimentiamo l’espandersi ed il restringersi del corpo, questa sensazione legata al respiro porta fino alla zona di appoggio 
  • Dal punto di appoggio sul pavimento iniziare l’esperienza respiratoria: l’inspiro e l’espiro …
  • Inizialmente la mente è prevalentemente occupata in un continuo chiacchierio piuttosto che essere concentrata sull’attenzione al respiro 

Per cambiare il tipo di comunicazione interiore, possiamo comunicare attraverso la recitazione del suono OM…OM….OM…..

SCOMPOSTA NEI SUOI TRE SUONI“A – U  – M”

  • La prima recitazione riguarda il suono della A chiusa” con aperta la bocca,  emettendolo in modo molto rilassato: con questo suono, dovremmo riuscire a sentire delle leggere vibrazioni nella zona delle gambe o nella zona inferiore del corpo.
  • Il secondo è il suono “U”Senza sviluppare tensioni cercate di sperimentare il modo tonico della contrazione muscolare all’altezza del torace
  • Il terzo è il suono “M” a bocca chiusa. Ci porta nella zona del naso e, quindi, è un suono nasale che fa vibrare la zona dal palato duro in su. La sensazione va percepita nella volta, all’interno dello spazio cranico.

 

UNIAMO I TRE SUONI: A – U – M . Facendo vibrare tutto il corpo, a partire dal perineo fino alla sommità del capo.

 

Non è semplicemente un ripetere la OM ma, una comunicazione con noi stessi, mentre ascoltiamo il suono OM. Lasciando che questo suono vi parli. Lasciare che la OM ci dica qualche cosa. Terminata la pratica, osservate qual è l’effetto che ne risulta.

BUONA PRATICA

 

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