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Yoga – Respiro e Pranayama


Il pranayama così come sancito dal sentiero yoga rappresenta l’evoluzione delle asana, verso il fine ultimo; il samadhi.

H.P. II-1. Dopo che lo yogi si è perfezionato nelle asana, deve praticare Pranayama, secondo gli insegnamenti del suo Guru, con i sensi sotto controllo e seguendo una dieta salutare e moderata.

H.P. V-16. Attraverso la pratica di Pranayama si raggiunge la guarigione da tutte le malattie

Come affrontare con lo yoga il dilemma della respirazione dell’uomo moderno
Respirare è uno dei più importanti meccanismi involontari del nostro corpo ed è a lui che dobbiamo il costante nutrimento delle cellule che compongono il nostro organismo che, grazie alla respirazione, dispongono di sufficiente ossigeno per sopravvivere e in molti casi per moltiplicarsi. Come riflesso involontario, la respirazione viene controllata dai centri del respiro collocati nel tronco cerebrale e nelle carotidi. Questi specifici centri misurano costantemente il livello di anidride carbonica (CO2) presente nel sangue, poiché il contenuto di ossigeno è stato in parte consumato.
La respirazione durante l’attività fisica
E’ sufficiente un minuto di attività fisica perché i recettori nervosi registrino il forte aumento dei livelli di anidride carbonica. A questo punto i centri nervosi nel cervello reagiscono stimolando la muscolatura addetta alla respirazione. Risultato; il respiro aumenta la sua ampiezza (più profonda) e la sua frequenza (più veloce), l’anidride carbonica viene espulsa e il sangue si arricchisce nuovamente di ossigeno. Durante gli sforzi fisici i forti impulsi stimolano i centri di controllo del respiro incrementando il ricambio d’aria a livello polmonare fino a 5-6 litri al minuto.
Controllo della Respirazione attraverso lo yoga
Durante gli esercizi di respirazione yoga, la situazione cambia radicalmente: invece di muoversi, lo yogi siede calmo in una posizione comoda a gambe incrociate. Il lavoro muscolare necessario non è paragonabile allo sforzo durante un’attività fisica. I livelli di anidride carbonica rimangono sempre al di sotto dei livelli minimi e i centri per il controllo del respiro reagiscono con atti respiratori ampi e rilassati e il volume d’aria inspirato diminuisce di circa mezzo litro per ciascuna inspirazione ed espirazione.
La cosa in comune che hanno tutti gli esercizi yoga di respirazione è che attraverso sollecitazioni volontarie del respiro e pause tra una inspirazione e una espirazione, il respiro rallenta e diventa più profondo. Di per sé si tratta di un allenamento del respiro affinché possa diventare più lento profondo e consapevole. Una fase importante poiché lo scopo finale è quello di riuscire a controllare gli impulsi per il controllo del respiro.
Respirazione yoga e gli effetti sul corpo
Attraverso una respirazione lenta e profonda in una posizione comoda possiamo incrementare il volume d’aria immesso ad ogni atto respiratorio di 4-5 litri. Questa respirazione profonda porta ad un sensibile aumento dei livelli di ossigeno nel sangue. E più ossigeno il nostro sangue trasporta maggiore sarà l’efficacia con la quale le nostre cellule (soprattutto quelle del cervello)potranno svolgere il loro compito.
Fondamentale per la respirazione yoga è la profonda respirazione a livello dell’addome, chiamata anche respirazione diaframmatica. Questo tipo di respirazione non solo migliora la capacità polmonare, ma modifica regolarmente e ritmicamente la pressione della zona interna dell’addome. Il costante movimento di innalzamento ed abbassamento del diaframma ha il vantaggio di massaggiare la grossa vena (porta) dell’addome, permettendo così al sangue di fluire più velocemente e in maggiore quantità verso il cuore. Questo senza il minimo movimento delle masse muscolari degli arti.
Il dilemma della respirazione alla scrivania
Durante lo svolgimento di attività intellettive seduti ad una scrivania, l’accumulo di anidride carbonica nei muscoli è davvero ridotto. Per questo i centri nervosi per il controllo del respiro fanno sì che l’attività respiratoria sia superficiale. Tuttavia il cervello ha bisogno di una maggiore quantità di ossigeno rispetto ad un’attività fisica. Considerando che durante la permanenza alla scrivania i movimenti fisici sono ridotti al minimo e dunque mancando lo sforzo fisico come segnale per i recettori della necessità per una respirazione profonda, il respiro rimane così superficiale. Di conseguenza il nostro cervello non riceve sufficiente ossigeno e si stanca molto velocemente.
La respirazione yoga é la soluzione.
Una pratica regolare del pranayama sviluppa la capacità polmonare e un ritmo respiratorio consapevole che può essere facilmente integrato nelle attività quotidiane. Chi si esercita anche per solo 20 minuti al giorno impara velocemente a regolare consapevolmente il proprio respiro anche stando seduto alla propria scrivania, respirando in modo ritmico e profondo. Questo è senz’altro un importante strumento per migliorare la concentrazione e la vitalità nella vita di tutti i giorni, migliorando così la qualità della propria vita.
Il significato della respirazione
La respirazione si compone di quattro fasi, inspirazione-pausaespirazione-pausa. Il respiro è un chiaro esempio della legge della polarità: con la loro continua alternanza, i due poli inspirazione ed espirazione formano un ritmo. Un polo produce l’altro, l’espirazione produce l’inspirazione e viceversa, essi sono complementari, in altri termini: uno vive grazie all’esistenza dell’altro polo, se si annulla una fase sparisce anche l’altra. I due formano un tutt’uno.
Il respiro è ritmo, il ritmo è la base di tutto ciò che vive. Possiamo anche sostituire i due poli della respirazione con i concetti di tensione e di-stensione. Questo rapporto di inspirazione-tensione, espirazione-distensione lo verifichiamo ogni volta quando sospiriamo.
La respirazione comprende la polarità di prendere e dare, questo è il simbolismo più importante della respirazione.

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